Salone del Libro 2015

Dopo qualche anno sono tornato al Salone del Libro di Torino.
Ho saltato un paio di edizioni, perché l’ultima che avevo visto (nel 2012) mi aveva lasciato un brutto ricordo. Mi era, infatti, sembrata caotica e dispersiva e mi ero detto che, tutto sommato, era inutile andarci tutti gli anni.
Lunedì 18, complice il fatto che nel pomeriggio avrei partecipato all’ostensione della Sindone, la mattina l’ho trascorsa al Salone.
Devo dire che l’impressione è stata positiva.
Mi è sembrata un’edizione più ordinata e le persone con cui mi sono relazionato nei vari stand mi sono, complessivamente, parsi assai disponibili e cortesi.
Qualche stand, poi, mi ha colpito perché diverso dal solito e ho apprezzato il tentativo di creare dei percorsi tematici (Torino e Piemonte, la cucina…) all’interno dei diversi padiglioni.


Ad ogni modo, secondo me, il Salone è ancora troppo centrato sugli editori e molto meno sui lettori: tutto è pensato per dare visibilità ai singoli editori e il lettore e i suoi interessi (per soddisfare i quali si scrivono i libri) sono dimenticati.
Bisognerebbe, invece, mettere al centro il lettore e creare per lui molti più percorsi tematici, in modo da rendere palese al visitatore che i suoi interessi possono essere soddisfatti dalla lettura dei vari libri stampati su quell'argomento. 
In fondo, si chiama Salone del Libro… e non Salone degli Editori! 

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