Alessandro Magno

Chi era Alessandro Magno? A tale domanda tenta di dare una risposta Hans-Joachim Gehrke nel suo libro dedicato al grande condottiero e pubblicato in Italia da Il Mulino. 
Gehrke spiega ai lettori il contesto storico-politico nel quale Alessandro nacque (nel 356 a. C.) e crebbe: una Macedonia che si avviava a diventare parte della “nazione” greca grazie alle misure adottate dal padre di Alessandro, Filippo il macedone. Costui era – come allora si usava in Macedonia – poligamo e la madre di Alessandro, Olimpiade, era la sua quarta moglie. 
Alessandro, su volere di suo padre, fu istruito alla greca: insieme ai fanciulli della sua età appartenenti alle famiglie illustri della Macedonia fu educato dal filosofo Aristotele, figlio del medico personale di Filippo. Tra coloro che ricevettero gli insegnamenti del grande filosofo greco vi era anche Efestione, colui che sarebbe diventato la persona più importante nella vita di Alessandro.

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uando Alessandro compì i 16 anni, Filippo decise di affidare al figlio incarichi politici di grande rilievo e quando il figlio ne ebbe 18 gli affidò il comando della cavalleria, ossia del corpo militare più importante del regno.
Filippo, oltre a modernizzare il proprio regno adottando gli usi e i costumi greci, aveva come obiettivo quello di riunire gli stati greci sotto il suo comando e intraprendere una guerra contro l’Asia. La sua meta era quasi completamente raggiunta quando, nel 337 venne ucciso in circostanze misteriose. Pare che mandante dell’assassinio fosse proprio Alessandro che mirava ad assicurarsi la successione dinastica. Ad ogni modo, all’indomani dell’assassinio, Alessandro si comportò in tutto e per tutto come il legittimo erede di Filippo e fece anche svolgere indagini sul delitto. Il comando della guerra contro l’Asia passò a lui.
Una volta giunto in Asia, Alessandro compì una serie di riti atti a richiamare alla mente dei greci le gesta degli eroi della guerra contro Troia, stabilendo una sorta di legame diretto tra lui e Achille, di cui si diceva fosse un discendente per parte di madre. In tal modo, inoltre, Alessandro iniziava – consapevolmente o inconsapevolmente – quella mitizzazione delle proprie gesta che non è mai terminata. Mitizzazione che ebbe nuova linfa con la conquista dell’Egitto, dove Alessandro divenne faraone e fu venerato come un dio. In Egitto Alessandro fondò la prima (e più famosa) delle città che portarono il suo nome e che disseminò in ogni angolo dell’immenso regno di cui divenne il sovrano. Sempre in Egitto consultò l’oracolo di Siwa che lo definì figlio di Zeus Ammone. 
La divinizzazione di Alessandro era compiuta e – una volta definitivamente sconfitto Dario e diventato re dell’Asia – anche il suo stile di vita mutò radicalmente: egli si comportò come un sovrano orientale e non più come il capo dei greci.
Di Dario, Alessandro sposò una delle figlie, così come Efestione ne sposò un’altra. In tal modo le due dinastie, quella greca e quella asiatica, si univano e, in più, il legame tra Alessandro ed Efestione si faceva ancora più stretto, tanto che l’amato Efestione fu nominato da Alessandro chiliarca, ovvero divenne la persona più importante del regno subito dopo Alessandro. 
Il legame con Efestione si sciolse solo con la morte di costui, avvenuta nell’autunno del 324. Alessandro ricorse, allora, di nuovo all’oracolo di Siwa per sapere che tipo di tributo riservare all’amico: fu così che vennero preparati spettacolari e grandiosi riti funebri. 
Ma il distacco dall’amico non durò a lungo: poco dopo, nel giugno del 323 a. C. Alessandro morì all’età di 33 anni non ancora compiuti. Il suo corpo fu affidato a Tolomeo che lo portò con sé ad Alessandria d’Egitto dove lo custodì in un sarcofago di vetro.

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