Ottobre

È l'ottobre del 1979. Christopher Isherwood ha 75 anni e spende in California gli ultimi anni della sua vita accanto al suo compagno, il pittore Don Bachardy. Egli è considerato uno degli scrittori più importanti del mondo (autore di capolavori come Addio a Berlino) e una voce autorevole del movimento gay (una «tribù» cui è fiero di appartenere, dichiara). 
In quel mese, mentre il compagno esegue ritratti di gente comune e di artisti famosi, Isherwood descrive, in una sorta di diario pubblico (nel testo più volte si rivolge direttamente al lettore), non solo la sua vita quotidiana, ma anche alcune persone importanti della sua esistenza, sia passata, sia presente (alcune delle quali, fatalmente, portano i nomi di Wystan Hugh Auden, Gore Vidal e David Hockney).
Va detto che Ottobre è un libro importante ancor più che per i ritratti di persone famose che Isherwood traccia ricordando gli avvenimenti di cui celebra un personale anniversario nel mese di ottobre, proprio per la descrizione della sua vita di vecchio omosessuale. Raramente capita di leggere righe tanto sincere e disincantate sulla vecchiaia e men che meno su quella di un omosessuale.
Certo Isherwood gode di una situazione doppiamente privilegiata: è un vecchio famoso e vive accanto alla persona che ama. Ma se si escludono tali due non indifferenti variabili, la sua vecchiaia non è poi tanto distante da quella della gente comune, con i malanni tipici dell'età, la riflessione sugli anni passati, le paure, l'attrazione per i giovani di sesso maschile. A tale proposito, ad esempio, scrive:
Se il commesso mi sembra attraente, evito di guardarlo con troppa attenzione per timore che capisca quello che penso. Eppure so che da parte mia è assurdo. Questi ragazzetti oggigiorno sono così smaliziati che l'ammirazione timida di un anziano non li imbarazzerebbe minimamente.
Molto interessanti, ovviamente, sono anche le testimonianze portate sul metodo creativo suo e di alcuni suoi amici e le sue riflessioni in ambito artistico. Parlando, ad esempio, del film Sebastiane di Derek Jarman e Paul Humfress, dopo aver avvertito il lettore in modo un po' provocatorio affermando:
Se vi piace - come a me piace - guardare giovanotti che simulano di incularsi a vicenda, e se non vi disgusta - come a me non disgusta - un grande spargimento di sangue, il film è avvincente,
Isherwood, con grande sensibilità, a proposito del rifiuto reiterato di (san) Sebastiano di concedersi all'ufficiale, scrive con acutezza:
Rifiutando nobilmente il sesso e abbandonandosi al gran gesto del martirio, Sebastian spingerà Severus a compiere un delitto tremendo che lo farà soffrire spiritualmente per il resto della vita e forse anche oltre. In questa situazione, chi dei due è il più crudele? Chi è il più orgoglioso? Chi è realmente colpevole?
Un libro, Ottobre, da leggere tutto d'un fiato.

Nel volume sono presenti anche i suggestivi ritratti disegnati in quel mese da Don Bachardy e una intervista a Isherwood apparsa sulla «Paris Review» che poco aggiunge alla conoscenza dell'opera dello scrittore.
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