L’Amore dei Grandi

Laura Laurenzi, Amori e furori, Rizzoli. 
Nel suo bel libro, Laura Laurenzi racconta 18 storie d’amore che hanno unito altrettante coppie composte da personaggi celebri vissuti nel XX secolo dello scorso millennio. Viene subito da chiedersi se l’amore provato dai Grandi sia grande Amore: per alcuni si può rispondere positivamente senza ombra di dubbio; per altri va tenuto a mente che spesso, i personaggi di cui si parla nel libro, non possono essere giudicati secondo il metro per solito utilizzato per misurare le azioni dell’uomo della strada, in quanto davvero troppo distanti da tale tipo d’uomini. La Laurenzi affronta le biografie delle coppie di innamorati con uguale professionalità, atteggiamento che non le impedisce qualche tocco di intelligente ironia.  
Nel leggere il libro, si può avere la conferma che l’Amore non conosce confini ed è in grado di abbattere ogni barriera: la Laurenzi racconta, infatti, di amori eterosessuali, omosessuali, lesbici, ma rievoca anche vicende che unirono partner già sposati senza che essi sciogliessero la precedente unione, o ricorda che ci furono persone illustri che decisero di non chiudere il loro sentimento nella coppia, ma di estenderlo a più persone contemporaneamente fondando famiglie allargate… Ad ogni modo, ogni storia è appassionante e merita di essere conosciuta, tentando, però, di non porsi di fronte a quanto descritto con il piglio del giudice, in quanto gli innamorati, guidati da un sentimento forte qual è l’Amore, compiono, a volte, delle scelte che da occhi estranei possono anche essere valutate come folli e irragionevoli. 
Le coppie di cui si parla nel libro sono quelle formate da Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio («La Divina lo amò senza riserve; il furore erotico di lui invece ne fu presto stanco»); Gertrude Stein e Alice Toklas («Ognuna rappresenta per l’altra tutto quello che conta, e il loro sentimento, a escludere il resto del mondo, le fa sentire immortali»);  Edda Mussolini e Galeazzo Ciano («Infedeli uno all’altra, erano una coppia aperta, “moderna”: spregiudicata, arrogante, carica di potere»); Eva Braun e Adolf Hitler; Hannah Arendt e Martin Heidegger («La più lucida analista storico-filosofica dei totalitarismi – fascismo e comunismo come movimenti opposti e simmetrici – nelle sue vicende intime cerca quasi di comprendere, giustificare, assolvere Heidegger, un nazista convinto che non ha mai ritrattato»); Wallis Simpson ed Edoardo VIII di Windsor; Soraya Esfandiary e Reza Pahlavi; Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre («Non un matrimonio ma un contratto a termine, rinnovabile ogni due anni, con licenza di tradirsi e obbligo di raccontarsi tutto, fino all’ultimo dettaglio»); Giulietta Masina e Federico Fellini; Helmut Berger e Luchino Visconti; Marta Marzotto e Renato Guttuso («I nostri legittimi coniugi erano perfettamente al corrente di quanto stava succedendo: lo sapevano i miei figli, lo sapevano i nostri amici, lo sapeva il partito, lo sapeva tutta l’Italia»); Nilde Iotti e Palmiro Togliatti; Jiang Qing e Mao Zedong; Jacqueline Bouvier e John Fitzgerald Kennedy; Yoko Ono e John Lennon; Raissa Titorenko e Michail Gorbaciov; e Soon-Yi e Woody Allen («Non sono né suo padre né il suo patrigno. Mi hanno accusato di andare a letto con mia figlia, dimenticando che io non sono mai stato sposato con Mia e che non ho mai dormito a casa sua. Per i suoi figli adottivi non sono mai stato un padre, in nessun senso della parola»).

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