Un libretto delizioso

Luigi Settembrini scrisse I Neoplatonici, racconto-romanzo-breve, a metà dell'Ottocento, fingendo fosse stato scritto da Aristeo di Megara. Ad ogni modo, egli non lo diede mai alle stampe: uscì postumo, ad opera di Raffaele Cantarella, solo nel 1977. 
Si tratta di un libro delizioso, al contempo erotico e ironico che inneggia alla bisessualità. Due giovani amici, infatti, scoprono le gioie del sesso, prima sperimentando tra loro e, poi, aprendosi agli altri, non rifuggendo dell'eros eterosessuale. Finiranno, entrambi, per sposarsi, ma continueranno a vedersi, fino alla vecchiaia, per scambiarsi amorevoli attenzioni: «trovandosi nel medesimo letto confondevano i piedi e si abbracciavano come nei primi anni della loro giovinezza».
Settembrini era omosessuale? Credo che importi relativamente poco: il suo libro, oltre ad avere una grande importanza documentaria (i nostri patrioti pensavano anche al sesso, oltre che all'Italia unita!), è ancora estremamente moderno e istruttivo, nel senso che afferma a chiare lettere che il sesso non deve avere confini di sorta.
A proposito del sesso tra “moderni” (ovvero tra uomini dell’Ottocento), Settembrini afferma in una nota che accompagna il libretto: 
Noi uomini moderni abbiamo tutti i vizi degli antichi Elleni, e forse anche più e maggiori, ma li nascondiamo non so se per pudore o per ipocrisia: quelli non nascondevano nulla, ed abbellivano con l’arte anche i vizi.

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